giovedì 15 novembre 2007

Lettera a Repubblica

Ho appena scritto una lettera a Repubblica:

Gentile Redazione,

sono un vostro assiduo lettore e vi scrivo nella speranza di una risposta.

La scelta adottata dal vostro giornale di cavalcare per giorni i casi di cronaca nera e di non fare altrettanto con i vari scandali che hanno minato la vita politica degli ultimi mesi (ma forse dovrei dire anni...) e' chiaramente una scelta editoriale che non risponde all'interesse dei lettori, ma di coloro che pagano per i vostri spazi pubblicitari.

Eppure avevo la sensazione che una tale linea vi stesse stretta, che la viveste come un imposizione proveniente dall'alto, vi immaginavo sofferenti nei vostri uffici ma in fondo (ma proprio in fondo) ancora desiderosi di andare alla ricerca della notizia, di informare, di smascherare le malefatte dei potenti, di essere quello strumento di democrazia imprescindibile che consiste nel rendere i cittadini consapevoli, nel far sentire il fiato sul collo ai potenti.

Per questo e' stata un po' una doccia fredda leggere l'amaca di Michele Serra che, parlando al plurale, afferma "Poiche', da tempo, abbiamo quasi tutti scelto la quantita', e' inutile lamentarsi."

Se avete scelto la quantita', la notizia strillata, il titolo a caratteri cubitali e avete abdicato all'approfondimento, al giornalismo d'inchiesta, alla denuncia, non avete scelto un'altra forma di giornalismo, avete scelto qualcosa che con il giornalismo non ha piu' niente a che vedere. Spero che ne siate consapevoli.

Distinti saluti,

Andrea Baldi

3 commenti:

zefirina ha detto...

caro genero giuro che ti porterò le arance!!!
se continui così ti schedano come sovversivo...
hei ma non dissento minimamente da quello che dici

Franca ha detto...

Poi tutti piangono Biagi... coccodrilli!

Stato interessante! ha detto...

Caro Andrea spero tu abbia smesso di essere un "assiduo" lettore di Repubblica. I giornali in italia fanno schifo, fanno gli interessi loro e quelli del padrone.
Hai internet, usalo!