sabato 26 gennaio 2008

Il Governatore "pentito"

Totò Cuffaro ha detto che si dimetterà da Governatore della Sicilia, poi "da fonti parlamentari" si è appreso che l'UDC intende assegnarli un posto sicuro in Parlamento alle prossime elezioni.

A mio avviso, per comprendere perchè Totò Vasa-Vasa abbia deciso di dimettersi, dopo aver annunciato l'esatto contrario, basta ribaltare l'ordine temporale dei due eventi sopracitati: il Governo cade, la casa delle libertà condizionate spinge per elezioni immediate con liste elettorali blindate, l'UDC garantisce al neo-condannato un posto come capolista, Cuffaro annusa l'immunità parlamentare e si dimette, pronto a imbarcarsi in quella discarica in cui hanno trasformato il Parlamento.

giovedì 24 gennaio 2008

Giustizia

Luigi De Magistris ha annunciato le dimissioni dall'Associazione Nazionale Magistrati. Lo ha fatto con una lettera disponibile sul sito dell'Espresso:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Dico-addio-alla-casta-dei-giudici/1977232//0

Oggi ho spiegato ad un mio collega che cosa stava succedendo in Italia e chi fosse Mastella...prima si è messo a ridere incredulo, poi piano piano ha cominciato a capire e nel giro di 5 minuti è arrivato al nocciolo: "Ma un paese del genere non dovrebbe far parte dell'UE!".

domenica 20 gennaio 2008

Don Totò e Don Clemente

Nei giorni scorsi Clemente Mastella si è visto arrestare la moglie e praticamente tutto il suo partito (oltre ad essere lui stesso indagato) per le solite storiacce di concussione, falso, assunzioni a pagamento ecc...Ieri invece Totò Cuffaro era raggiante perchè è stato condannato a soli 5 anni di reclusione per favoreggiamento verso dei mafiosi, ma senza l'aggravante di favoreggiamento alla mafia. Cioè lui aiutava i mafiosi, che sono stati riconosciuti mafiosi, ma non sapeva che erano mafiosi, quindi anzichè 8 anni se ne becca solo 5, più l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Oltre alle sventure giudiziarie, Mastella e Cuffaro hanno qualcos'altro in comune: sono stati i due testimoni di nozze di Francesco Campanella, ex segretario nazionale dei giovani dell'UDEUR, nonchè pentito di mafia ancora in carcere (è quello che procurò i documenti falsi a Provenzano per andarsi a curare a Marsiglia).

http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Campanella

Ora sia Cuffaro che Mastella hanno sempre sostenuto che non sapevano della pericolosità dell' individuo ai tempi del matrimonio, ma oggi una nuova domanda si impone: Francesco Campanella, boss della mafia pentito, sapeva con che razza di gentaccia aveva a che fare quando si è scelto i testimoni di nozze?

sabato 19 gennaio 2008

Bussola rotta

Oggi tocca a Ilvo Diamanti, che ci indica la rotta (sbagliata) con la sua rubrica "Bussole":

http://www.repubblica.it/2007/02/rubriche/bussole/minima-democrazia/minima-democrazia.html

Dopo avero notato che le proteste sono state avanzate da una piccolissima minoranza (come dice il sardo nel commento al post precedente), Diamanti scrive: "La nostra democrazia non è più in grado di sopportare neppure una frazione di conflitto e di opposizione così ridotta."
Se non fosse che così facendo dimostrarei un eccessivo attaccamento a Repubblica, scriverei a Diamanti, solo per ricordagli che è il capo (il papa) di uno stato straniero (il Vaticano) che non è in grado di sopportare neppura una frazione di conflitto o di opposizione così ridotta: la nostra democrazia non c'entra niente.
La nostra democrazia era rappresentata da chi, senza paura delle rappresaglie che ci sono puntualmente state, ha espresso pubblicamente il suo disappunto per un invito incoerente e ingiustificabile.
Detto per inciso, quando ho detto ai miei colleghi olandesi delle reazioni isteriche di quasi tutti i media e quasi tutti i partiti per quello che era successo dopo la rinuncia del papa, loro credevano che il motivo di tanta rabbia fosse che il rettore si era permesso di invitare il papa...Alcuni (i più ingenui) erano convinti che il rettore si sarebbe dovuto dimettere subito...SPQO

venerdì 18 gennaio 2008

Repubblica risponde

Oggi mi è arrivata la risposta di Ezio Mauro alla mia lettera del 16 Gennaio (vedi post "Un'idea malata?").

le dico cosa avrei fatto io. avrei sconfessato il rettore, chiedendo le sue dimissioni,l perchè invitare un pontefice all'apertura dell'anno accademico è sbagliato (e l'ho scritto) perchè può dar l'idea che l'università prenda da quel discorso religioso il suo indirizzo culturale per il nuovo anno. Una volta spedito e accettato l'invito, vista l'anomalia della cerimonia, avrei chiesto e preteso che un docente parlasse a nome dei dissenzienti, spiegando le ragioni dell'autonomia e dell'indipendenza non solo della scienza, della ricerca, dell'insegnamento, ma anche del percorso culturale dell'Università: luogo dove non si contempla una Verità assoluta, ma si studiano le verità relative, e anche i principi della democrazia che le regola, le compone e ne governa l'insieme. Mi pare che sarebbe stata una strada corretta, laica, trasparente e molto netta, e non avrebbe consentito le reazioni papiste che domenica porteranno centinaia di migliaia di persone in piazza, cosa che avrei volentieri evitato.
grazie per l'attenzione.
em

Alla quale ho ri-risposto

La ringrazio per avermi risposto.
La strada che lei avrebbe percorso sembra ragionevole (sulla carta), ma dubito fortemente che, con il papa seduto tra Mussi, Veltroni e Guarini, sarebbe stato concesso ad un fisico di parlare di autonomia e indipendenza della scienza e difesa del relativismo.
La questione è che nel suo editoriale non era affatto così moderato!
Davvero non riesco a conciliare la frase:
“invitare un pontefice all'apertura dell'anno accademico è sbagliato (e l’ho scritto)”
con l’inizio del suo editoriale:
fino a ieri, questo era un Paese tollerante […] il Papa, che è anche vescovo di Roma, non può parlare all'Università della sua città, in questa Italia mediocre del 2008”
e con la presunta censura a cui accenna.
Cordiali saluti,
Andrea Baldi

giovedì 17 gennaio 2008

Istituzioni avvelenate

Questo è un periodo intenso di avvenimenti e di commenti capziosi. Su Repubblica ne compare uno al giorno, a firma di "giornalisti" di punta. Oggi è il turno di Massimo Giannini.

http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/cronaca/moglie-mastella/giannini-istituzioni/giannini-istituzioni.html

Non sono riuscito a resistere e gli ho risposto (repubblicawww@repubblica.it):

Gentile Redazione,

se vi scrivo così spesso è per la memoria di onorabilità e affidabilità che ho del vostro giornale, prima che venisse dato in pasto ai pubblicitari e ai signori che lo dirigono.
Non posso fare a meno di commentare l'articolo di Massimo Giannini "Istituzioni avvelenate".
La critica alle intercettazioni fa l'eco allo sproloquio parlamentare partito in era Berlusconiana contro l'utilizzo di uno strumento indispensabile alle indagini: signor Giannini, se i politici rubano, la colpa è dei politici, non di chi li scopre o dei mezzi con cui li scoprono.
Lei dice che ancora non appaiono scambi di denaro: mi vuole far credere che è così ingenuo da pensare che le nomine politiche si facciano in base alla simpatia? Che un giudice metterebbe agli arresti domiciliari la moglie di un ministro perchè ha dato una spintarella innocua ad un amico? Ci prende in giro?
Lei dice "ancora una volta un soggetto colpito da una misura restrittiva della propria libertà personale ha dovuto apprendere il fatto dalla tv". Lei crede davvero che la moglie del Ministro della Giustizia abbia dovuto aspettare di guardare i telegiornali? Perchè non bussa a D'Avanzo (immagino siate vicini di stanza), potrà spiegarle come fanno le notizie riservate a filtrare dalle procure campane e ad arrivare alla stampa.
Lei scrive riguardo alle modalità di diffusione della notizia "Ancora una volta, siamo al totale snaturamento degli istituti che regolano il funzionamento del diritto" e non le passa per la testa che uno snaturamento ben maggiore sia costituito dal fatto che il nostro Ministro della Giustizia fosse testimone di nozze di un boss mafioso (per dirne una, si intende).
Ma la parte migliore del suo articolo è la chiosa qualunquista "Un'emergenza democratica c'è davvero. Ma è molto più vasta di quella che vede il leader dell'Udc. Riguarda l'affidabilità delle nostre istituzioni. Tutte le istituzioni, perché l'una non è meglio dell'altra".
Una sola domanda, davvero la pagano per scrivere queste scemenze?

Cordiali saluti,

Andrea Baldi

mercoledì 16 gennaio 2008

Un 'idea malata?

Oggi su Repubblica.it ho avuto la "fortuna" di leggere l'editoriale di Ezio Mauro.

http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/esteri/benedettoxvi-19/idea-malata/idea-malata.html

Dopo essermi ripreso dai conati ho scritto una lettera alla Direzione del quotidiano:


Caro Direttore,

nel suo editoriale “Un’idea malata” Lei scrive: "fino a ieri, questo era un Paese tollerante", ma non spiega come una lettera aperta scritta da decine di docenti universitari e una manifestazione studentesca possano essere segno di intolleranza.
Lei scrive : "il Papa, che è anche vescovo di Roma, non può parlare all'Università della sua città, in questa Italia mediocre del 2008", ma il papa è stato invitato a parlare e ha deciso di non venire, per non associare la sua immagine a quella di manifestazioni di protesta. Il che dimostra solo lo scarso, se non inesistente, spirito democratico del pontefice (ricordiamo la dura contestazione a Bertinotti alla Sapienza solo qualche mese fa, alla quale il presidente della Camera non si è sottratto).
Lei parla di un risultato "che sa di censura" e come lei tutti (o quasi) i quotidiani e i politici. Ma non si capisce bene con chi ve la stiate prendendo? Con i docenti che hanno scritto una lettera aperta? Con gli studenti che protestano? Contro chi si alzano le vostre insopportabili giaculatorie? Di che cosa li accusate?
Lei scrive ancora: "Ma, se non lui, altri si occuperanno sicuramente di sfruttare questa censura". E allora cosa avrebbero dovuto fare i docenti firmatari? Scrivere una lettera e tenerla nel cassetto? Gli studenti avrebbero dovuto protestare clandestinamente nelle cantine di S. Lorenzo per non dare adito ai piagnistei a cui stiamo assistendo?

Cordiali saluti,

Andrea Baldi

Amsterdam

venerdì 4 gennaio 2008

Chiagne e fotte

Back from holidays...

Ecco un articolo imperdibile di Paolo Flores d'Arcais.

http://www.partitodemocratico.it/forum/viewtopic.php?t=1474592

Mi scuso per la fonte: non mi fraintendete, non frequento il sito del Partito (Comunista e Finito) Democratico, è solo l'unico sito che lo riporta per intero (per ora): è uscito oggi su l'Unità.