giovedì 17 gennaio 2008

Istituzioni avvelenate

Questo è un periodo intenso di avvenimenti e di commenti capziosi. Su Repubblica ne compare uno al giorno, a firma di "giornalisti" di punta. Oggi è il turno di Massimo Giannini.

http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/cronaca/moglie-mastella/giannini-istituzioni/giannini-istituzioni.html

Non sono riuscito a resistere e gli ho risposto (repubblicawww@repubblica.it):

Gentile Redazione,

se vi scrivo così spesso è per la memoria di onorabilità e affidabilità che ho del vostro giornale, prima che venisse dato in pasto ai pubblicitari e ai signori che lo dirigono.
Non posso fare a meno di commentare l'articolo di Massimo Giannini "Istituzioni avvelenate".
La critica alle intercettazioni fa l'eco allo sproloquio parlamentare partito in era Berlusconiana contro l'utilizzo di uno strumento indispensabile alle indagini: signor Giannini, se i politici rubano, la colpa è dei politici, non di chi li scopre o dei mezzi con cui li scoprono.
Lei dice che ancora non appaiono scambi di denaro: mi vuole far credere che è così ingenuo da pensare che le nomine politiche si facciano in base alla simpatia? Che un giudice metterebbe agli arresti domiciliari la moglie di un ministro perchè ha dato una spintarella innocua ad un amico? Ci prende in giro?
Lei dice "ancora una volta un soggetto colpito da una misura restrittiva della propria libertà personale ha dovuto apprendere il fatto dalla tv". Lei crede davvero che la moglie del Ministro della Giustizia abbia dovuto aspettare di guardare i telegiornali? Perchè non bussa a D'Avanzo (immagino siate vicini di stanza), potrà spiegarle come fanno le notizie riservate a filtrare dalle procure campane e ad arrivare alla stampa.
Lei scrive riguardo alle modalità di diffusione della notizia "Ancora una volta, siamo al totale snaturamento degli istituti che regolano il funzionamento del diritto" e non le passa per la testa che uno snaturamento ben maggiore sia costituito dal fatto che il nostro Ministro della Giustizia fosse testimone di nozze di un boss mafioso (per dirne una, si intende).
Ma la parte migliore del suo articolo è la chiosa qualunquista "Un'emergenza democratica c'è davvero. Ma è molto più vasta di quella che vede il leader dell'Udc. Riguarda l'affidabilità delle nostre istituzioni. Tutte le istituzioni, perché l'una non è meglio dell'altra".
Una sola domanda, davvero la pagano per scrivere queste scemenze?

Cordiali saluti,

Andrea Baldi

5 commenti:

zefirina ha detto...

dove ti porto le arance?????
tua suocera affezz.ta

grigioscuro ha detto...

Veramente la lettera originaria era molto più dura. Ho smussato per 10 minuti buoni...

Lara ha detto...

Mi intrometto: La lettera alla Repubblica è giustissima e se potessi, vi arriverebbero i miei applausi di cuore.

Pensare che fino all'anno scorso, leggeso quasi solo La Repubblica!!!

Posso linkarti, Andrea? Intanto lo faccio, poi sappimi dire...

Complimenti!

Associazione ImperiaParla! ha detto...

Mo vediamo se ti rispondono. Tienici informati.
Ciao.

grigioscuro ha detto...

Per dama verde: certo che puoi linkarmi.