In quest'articolo si legge ad esempio che
"Il 14 novembre del 2004, quando la sua diletta primogenita Paola è stata impalmata da Andrea Marziale, il preside Frati ha usato l'Aula grande del suo istituto all'università per la festa di nozze con 200 invitati. Buffet ricchissimo dalla porchetta ai pasticcini, catering in livrea e la troupe delle 'Iene' a immortalare l'evento. Paola Frati è laureata in legge, ma è diventata professore ordinario di medicina legale alla Seconda facoltà (dove non insegna il padre). L'altro figlio di Frati, Giacomo, laureato in medicina, ha vinto invece il concorso da ricercatore nella facoltà paterna. Mentre la moglie, Luciana Rita Angeletti, ha fatto una carriera-lampo. Alla fine degli anni Ottanta era una semplice professoressa di lettere in una scuola superiore. Nel 1995 la ritroviamo nella facoltà del marito addirittura come professore ordinario di Storia della medicina. Anche suo fratello, Pietro Ubaldo Angeletti, insegnava patologia a Perugia, la stessa facoltà dove Frati iniziò la sua ascesa universitaria. Il cognato (morto negli anni Novanta) è stata una figura importante soprattutto perché era l'amministratore della filiale italiana della multinazionale farmaceutica Merck Sharp & Dohme."
L'articolo continua sottolineando come Frati abbia potuto agire indisturbato, piazzando parenti in ogni posto disponibile, con il consenso dei suoi colleghi, buona parte dei quali avevano ricevuto favori o erano stati chiamati per cooptazione dal magnifico stesso (tributandogli riconoscenza a vita).
L'elezione di Frati a rettore dimostra come i mali dell'Università non siano solo riconducibili ad una cronica mancanza di fondi, come spesso lamentato (giustamente). Un male molto maggiore, perchè endemico del Sistema universitario, è costituito dal metodo di selezione del personale docente, il quale viene cooptato in base a criteri clientelari, familiari e mafiosi. Lo stesso personale docente che si lamenta della mancanza di meritocrazia davanti ai giornali, è l'artefice complice del sistema. Su questa questione è interessante leggere un bellissimo articolo di Giulio Palermo (per l'articolo cliccate sul link "Ricercatori precari e baroni), ricercatore alla Facoltà di Economia dell'Università di Brescia, uscito sul Manifesto il 12 dicembre 2007.
Spero che l'indignazione studentesca esploda con tutta la veemenza del caso. Indignazione non (solo) contro Frati, ma soprattutto contro quei 1788 professori che lo hanno votato!
2 commenti:
finita l'indignazione bisogna passare all'azione ;)
http://concorsibanditi.wordpress.com
Pienamente d'accordo. Carina l'iniziativa del blog. Fate presto!
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